In “Different Ways” il chitarrista napoletano, attraverso otto nuove composizioni inedite, ci propone un notevole incontro tra tradizione jazzistica americana e suoni europei. La sua musica, complessa e diretta al tempo stesso, porta l’ascoltatore in nuove dimensioni spazio-temporali senza mai risultare scontata.
Tutto grazie anche all’apporto di musicisti come Pasquale Bardaro e Jerry Popolo, tra gli altri, che rendono il lavoro variopinto ma omogeneo. Basta ascoltare le prime due tracce, Hora e Weimar, in cui il suono della chitarra di Farias si amalgama al vibrafono nella prima e al sax nella seconda, dando vita a pregevoli impasti sonori, oppure Choro, caratterizzata da un mood vagamente brasileiro con ancora protagonisti chitarra e vibrafono.
In Mario’s Duende la chitarra di Farias si fa latineggiante, ma non è da meno la traccia finale Banlieue, impreziosita da un arrangiamento rilassante e carico di suggestione.
Per il resto un disco di buona qualità che ci offre una sintesi di atmosfere afro-americane e mediterranee e in cui traspare, a più riprese, un senso di introspezione.
Nel corso della sua carriera Farias ha collaborato con vari nomi della scena jazzistica americana e italiana e con questo nuovo lavoro aggiunge un nuovo tassello alla sua discografia costituita da produzioni di spessore, grazie anche alla sua capacità di scrittura e improvvisazione, tutti elementi che rendono “Different Ways” un lavoro ben riuscito e coerente.
Francesco Favano per Jazzitalia