Murales è una sequenza di dieci diapositive sonore, poste in serie secondo un percorso a zig zag tra diversi stili e matrici musicali del secondo Novecento.
Un viaggio nella memoria realizzato con lo sguardo della modernità,che non si limita a ritrarre il paesaggio nel suo realismo quotidiano ma lo deforma, lo ricompone, generando un nuovo oggetto estetico.
Ne risulta un jazz “neoclassico”, godibile quanto sofisticato, nel quale gli stessi strumenti simulano stili e sonorità non idiomatiche.
Così Alberto D’Anna, fantasista ritmico dagli innumerevoli colori, sfiora i propri strumenti producendo ora il suono di una tammorra, ora di nacchere, ora stilizzando il tempo di una tarantella o di un improvviso reggae.
Angelo Farias suona il proprio basso elettrico avendo in mente piuttosto il contrabbasso acustico o l’articolazione di una chitarra classica: ne risulta una varietà di espressioni che vanno dalla walking line al basso tematico, fino alla produzione di pure melodie.
Infine Aldo Farias, animatore della formazione ed autore insieme ad Angelo di gran parte delle composizioni, esibisce, in quanto singolare conoscitore del repertorio e delle tecniche chitarristiche, un ampio catalogo di possibilità strumentali in chiave non virtuosistica ma sempre al servizio dell’espressività. Non esercizi di stile, dunque, ma spunto per uno zapping fine quanto distaccato, che va dal tocco leggero alla Joe Pass al samba brasiliano, da citazioni hendrixiane fino ad un coinvolgente quanto ironico Geghe geghe gè.
Accanto a questo gioco linguistico la presenza, come di consueto nella produzione dei Farias, di pure melodie, interpretate con poesia e trasporto dai tre solisti che dialogano tra loro con una maturità inconsueta da sembrare una moltitudine che fa indifferentemente ora da figura ora da sfondo sonoro.
Un lavoro tecnicamente sofisticato quanto di grande comunicatività e che dopo averlo ascoltato di getto ti fa dire: “E’ già finito? Peccato!”
Pasquale Scialò
Il Jazz si fonde con la tradizione mediterranea ed europea dando vita a melodie accattivanti e suadenti, di grande comunicativa molto raffinate. Già avevamo apprezzato il talento chitarristico, mai teso al puro esercizio di stile quanto al buon gusto dell’ascolto, di Aldo Farias ai tempi di Free Hands (1999 in quartetto con Francesco De Crescenzo, il fratello Angelo e Roberto Gatto). Oggi in trio, con l’immancabile e originale apporto di Angelo al basso e di Alberto D’Anna alla batteria, drummer ricco di sfumature timbriche, Murales porta ancor più in là il discorso iniziato fin dai tempi di Jazz Mèditerranèe. “Giungla” apre il cd con gustosi fraseggi che richiamano Hendrix e McLaughlin. Le dolcissime note di “Luca” o di “Leo Waltz” inevitabilmente ricordano atmosfere alla Pat Metheny. Il tutto sempre rivissuto con grande originalità, con gusto per la citazione che accarezza l’ascolto e mette a proprio agio l’intenditore quando il neofita: anche perchè riuscire in tali citazioni vuol dire possedere una ricchezza tecnica ed espressiva notevoli. Come quando il sound morbido della sua chitarra (“Bop Memory”) richiama un indimenticabile Joe Pass o le note latine di “Reminiscenze” introducono ad un eccellente samba, complice il basso di Angelo che offre un delicatissimo e bellissimo fraseggio. Particolare il sound della chitarra synth in “Intreccio”, notevolissimo il dialogo tra il veloce basso di Angelo (capace di una varietà espressiva eccezionale) e il drumming frastagliato di D’Anna in “New Tarantella”, sul quale si innesta poi l’incisiva e veloce chitarra jazz di Aldo. Belle le note mediterranee di “Lugano”, stupenda davvero, infine la title track “Murales”.
Alessandro Staiti (Chitarre)
Sempre fresca, cantabile e swingante, la musica del chitarrista Aldo Farias spazia brillantemente dal modern mainstream jazz alla fusion di matrice mediterranea. In questo contesto musicale Farias lascia emergere con discrezione e leggerezza la sua napoletanità che traspare nelle melodie di alcuni brani e nella vivacità ritmica di alcune sue composizioni.
In questo suo nuovo cd, realizzato in trio con il rilevante apporto del fratello Angelo al basso elettrico e di Alberto D’Anna alla batteria (i precedenti lavori vedevano la presenza di un altro strumento armonico come il pianoforte) Farias mette in luce le sue doti di chitarrista versatile e fantasioso. Il musicista napoletano utilizza sia lo strumento elettrico che quello acustico oltre ad una synth guitar, dimostrando in questi differenti contesti di possedere un fraseggio ed un suono senza alcun dubbio personali
A titolo d’esempio ricordiamo alcuni momenti pregevoli di questo cd: il lirico tema di “Luca” proposto in una dimensione acustica, “Intreccio” brano rockeggiante eseguito con la synth guitar e lo splendido e cantabile “Murales”.
In “Giungla”, tema che nasce da una accattivante giro di basso, la chitarra del leader è particolarmente graffiante e vicina alle sonarità rock. Con “New Tarantella” è l’anima più popolare di Napoli ad essere rivisitata in chiave jazz fusion con estro e fantasia.
Ottimo il lavoro svolto dalla ritmica: Angelo Farias al basso elettrico è l’autore di alcuni apprezzabili soli e svolge con precisione il ruolo di accompagnatore, Alberto D’Anna è un batterista dotato di estro ritmico e di una tecnica di prim’ordine.
Stefano Galvani (Guitar Club)
Disco maturo perchè realizzato con musicisti con cui Farias ha costruito nel tempo una solida intesa, ma anche perchè vi si leggono tutte le influenze che hanno definito il carattere musicale del chitarrista, influenze che vengono qui fuori in maniera composta, discreta e molto personale, senza mai cadere nella fredda emulazione. Se i precedenti lavori avevano visto Farias impegnato in formazioni più allargate (spesso con la vincolante presenza del pianoforte), questo Murales mostra in maniera evidente la bellezza delle dimensioni più libere grazie ad un uso essenzialmente melodico dei due strumenti a corda, che intessono qui trame entro le quali la batteria di D’Anna si muove con grande leggerezza. L’intero lavoro mostra un carattere ben definito, una forte identità ed una notevole continuità, sebbene i linguaggi toccati nei vari brani siano notevolmente diversi tra loro. Si passa infatti da un tema bop come “Bop Memory” agli echi di jazz-samba di “Reminiscenze”, dalle dimensioni evansiane di “Leo Waltz” ai ritmi sostenuti di “New Tarantella” e “Lugano”, da quell’omaggio agli anni sessanta che è “Geghe Geghe Gè” fino a giungere ad un brano di stampo melodico partenopeo come “Murales”.
Se il supporto di Angelo Farias (notevoli le sue linee trasversali di basso) e di Alberto D’Anna (bravo nel fornire colori vivaci ai ‘murales’ del disco) risulta fondamentale per la riuscita del lavoro, c’è da dire che Aldo Farias riesce a mettere in evidenza un carattere molto forte, mostrando una tecnica asciutta, essenziale, priva di inutili ornamenti, e soprattutto una notevole capacità nel sentire e far sentire ogni singola nota.
F. Varriale (All About Jazz)